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Nel 2020 “diffondiamo” il Natale

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In questi giorni ho notato che il conto alla rovescia per Una poltrona per due su Italia 1 la sera della vigilia di Natale non è nemmeno partito o quanto meno rimane in sordina rispetto agli scorsi anni.

All’inizio ho pensato che in questo pazzo 2020 sia normale non pensare a queste cose frivole. D’altronde sulla stessa poltrona in due non ci si può più stare, specie se non conviventi: si rischia una multa da 400 euro in sù per violazione del divieto di assembramento.

A pensarci bene però, sin dai tempi di Aiazzone, il nostro salotto è ben più ampio e può accogliere tutti su poltrone diverse e ben distanziate, provare per credere. Poi dai su, forse è troppo presto! Qui in Piemonte da sempre si inizia a pensare alle stelle comete, ai doni e agli agnolotti solo e soltanto dopo l’Immacolata.

Quindi sta su da doss, ne riparliamo quando metteranno le casette in legno in via Italia con la cioccolata calda e il vin brulè, la pista di pattinaggio davanti al Duomo e Babbo Natale agli Orsi.

Come dite? Non c’è bisogno di nessun countdown perché è già Natale! Se ne parla almeno dall’ultimo DPCM, da quando cioè siamo entrati in zona rossa. Sbirciando sui social mi accorgo che avete tremendamente ragione. Intravedo tra i miei contatti alberi addobbati, presepi rispolverati. Osservo dalla finestra qualche balcone che inizia ad essere illuminato. Non sto sognando, è realtà. Lo spirito del Natale è già arrivato tra noi.

Vabbè, ma io non ce la faccio. Se è già Natale e non si possono fare cenoni, tombole, chiassose riunioni famigliari e indigestioni, perché dovrei addobbare casa?

Davvero non ho ho idee, sono talmente piegato dagli eventi che la mia creatività è prosciugata. Non riesco ad immaginare come nel 2020 la magia del Natale possa pervadere il mio salotto avvolgendomi nel suo fatato incantesimo.

In questi casi, ormai lo sapete, c’è un’unica soluzione: chiamare Fulci. Lo trovo sabato mattina presto impegnatissimo in ufficio, lì nel Feltyde Headquarter di Via Rosselli a Biella. Mi dice che deve appiccicare gli stickers natalizi. Originali, simpatici e colorati. Servono per ravvivare il sorriso di chi passa da lì, anche i più presi male dal periodo. Mi invia qualche foto su Whatsapp…

Perché lo fai?, chiedo. Mi risponde che non importa quanto surreale sia il mondo intorno, se la nostra casa addobbata la potremo fare vedere solo attraverso le stories di Instagram, la tombola la faremo su Skype, i pacchi ce li spediremo via corriere e non condivideremo lo stesso vassoio di vitel tonné. Natale è la festa che da bambini ci rendeva felici e, ora più che mai, dobbiamo onorarla diffondendone lo spirito il più possibile.

Ha ragione, come sempre Fulci risolve. “Bene, preparami uno scatolone di stickers “, gli dico. Compilo un’autocertificazione e me li vado a prendere. Motivo “ritiro spirito del Natale da asporto”, che poi è vero visto che gli adesivi sono di qualità e a gennaio si staccheranno senza problemi.

Mi lascia lo scatolone fuori dalla porta e mi saluta dal vetro. Colazione da asporto da Canterino, me la sbrano appena arrivato a casa prima di iniziare ad appiccicare gli stickers ovunque, felice come un bambino. Un pupazzo di neve, Babbo Natale con la sua slitta, pure il vischio per scambiare i baci (solo con la mia dolce metà in quanto viviamo sotto lo stesso tetto). Pian piano la magia si diffonde ovunque.

Ora, con un mese di anticipo sono pronto a vedermi Una poltrona per due per la milionesima volta. Oh, se non ci vediamo più auguri, perché il Natale, quando arriva arriva!

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