Premessa, questo pezzo è scritto con il cuore infranto e quindi se ne frega di quello che sarebbe politicamente corretto dire commentando un evento così spiacevole. Forse alcuni non se ne sono ancora accorti, ma l’estate 2021 ha portato via La Biella che Piaceva (LBCP), pagina social molto nota in provincia.
Non provate a cercarla. La pagina si è volatizzata sia su Facebook sia su Instagram. Pure il sito internet, dopo qualche giorno di sopravvivenza, è inaccessibile con questo avviso: “LASCIA PERDERE. Il sito è offline perché ci siamo rotti il ca**o. Biella si merita ciò che ha, cioè niente! LBCP“
Già, ma perché?
Essendo un grande fan della pagina purtroppo ho potuto assistere all’eutanasia, molto rapida, di LBCP. Una mattina, mentre mi trovavo ancora in vacanza, ho intercettato il messaggio in cui il fondatore e factotum ha annunciato l’autodistruzione della sua creatura dopo alcuni commenti molto critici ad un post che chiudeva incidentalmente con una similitudine satirica di stampo macchiettistico (“è come andare a trans…“).
A nulla sono valsi gli appelli disperati e accorati dei follower. La pagina è sparita (forse) per sempre.
Premettiamo che forse a quel post avrebbe potuto mettere like facendosi una sana risata anche il parlamentare Alessandro Zan, promotore del Disegno di Legge per la tutela dei sacrosanti diritti della comunità LGBTQ+. Invece di prendersela con i politici che hanno affossato il progetto legislativo chi ha commentato ha pensato bene fosse meglio sotterrare con una palata di fango LBCP.
Detto questo è evidente che quella è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Una sola persona ha creato qualcosa di speciale e ironico, con contenuti originali, sempre sul pezzo, molto di più dei giornali locali. A Biella non poteva durare!
Bisognava logorare giorno per giorno, fargli venire il fegato amaro, sai mai che faccia carriera raccontando barzellette e postando meme ironici sulla città….Piantla lì pataluc, ma non hai un lavoro?
Perché Biella è così, fatica ad uscire dai propri schemi, tutto deve essere sempre immutabile senza nessuno che cambi il gioco. Non si deve ridere delle contraddizioni di una città a viso aperto, ma parlare alle spalle criticando il lavoro degli altri va sempre bene.
È significativo che si sia arrivati a ciò per l’ignavia e l’invidia della gente comune e non perché qualche politico si sia incazzato. Alla fine LBCP ha perculato prima la giunta di sinistra a guida Cavicchioli e poi quella di destra della premiata ditta Corradino/Moscarola. Nonostante gli screzi, la politica nella maggior parte dei casi è stata al gioco della satira. La gente no, non poteva sopportare. Con la tastiera come arma, ha deciso di sparare una raffica.
È legittimo e più che comprensibile che uno, guadagnandoci poco o nulla se non tanti mal di pancia, decida sul serio di piantela li e mandi tutti a spanne’ melia.
Come tanti altri fan, spero che H. ci ripensi, perché anche se LBCP negava sempre, era veramente una pagina che serviva a Biella e ai biellesi.
Personalmente, nel frattempo mi tengo stretti i ricordi: il libro di LBCP comprato alla De Alessi, il pezzo che ho scritto (con il cuore e gratis) per il blog, l’adesivo che mi ha regalato e che ho incollato per coprire un bollo sulla macchina dopo avermi intervistato a Sellalab (non cancellare anche i podcast per favore!) più alcuni gadget con il logo LBCP che conservo a casa e che abbiamo anche qui in Feltyde.
Ah restano anche i pezzi in collaborazione con i vecchi “nemici” della Nuova Provincia di Biella (l’ultimo di poche settimane fa intitolato “Tra madonne e strisce pedonali“).
LBCP vive ancora in queste piccole grandi cose ed è un po’ dentro ad ognuno di noi. Perché a volte bisogna scendere a compromessi, ma non devono vincere loro.
PLEASE, COME BACK!